Sala 6
Il vescovo Zoppi e la sua biblioteca

«Lascio per uso e vantaggio del seminario di Massa tuttii miei libri coi rispettivi scaffali e tutti i miei mobili, colà esistenti in deposito presso il Sig. Can.co Teologo Don Pietro Reschigna».

Così Francesco Maria Zoppi nel testamento, datato 18 gennaio 1839, espresse la volontà di lasciare la sua Biblioteca alla Diocesi di Massa e in particolare al Seminario vescovile che lui stesso aveva fondato nel 1830, nell’ex convento dei Frati minori, annesso alla Cattedrale.
È probabile che avesse dotato il Seminario, già alla sua apertura, di un primo nucleo librario. Nell’inventario allegato alla “Consegna del Seminario al Vescovo”, sono indicati i Libri da leggersi in refettorio del seminario, seguiti da un elenco di testi di cui vengono segnalati titolo ed autore.
Nel 1841, alla sua morte, il resto dei volumi della Biblioteca personale arricchì la Biblioteca del Seminario e, non molto più tardi, si aggiunsero le circa 200 edizioni di Pietro Maria Reschigna, canonico e stretto collaboratore del Vescovo, che costituiscono oggi il fondo omonimo.

Il fondo Zoppi è composto da oltre 30 cinquecentine, 74 seicentine e circa 800 volumi del XVIII e XIX secolo, rivelando un’evidente attenzione di mons. Zoppi alla contemporaneità e alle tematiche non solo religiose.
La biblioteca personale del Vescovo era in origine collocata in questo palazzo, in un ambiente molto luminoso che egli stesso aveva fatto riadattare a tale scopo. La sala, che si affacciava sulla terrazza, corrisponde all’attuale ingresso del Museo.

Materiali esposti

Al centro della sala:

Scrivania del vescovo Zoppi

Giovanni Bagnoli, 1828, dalla Collezione Fabrizi, Massa
Scrivania da centro, a due corpi, con chiusura a cilindro. Legno di noce massello con intarsi in ebano ad ornamento delle serrature dei cassetti. Parte interna del secrétaire colorata in rosso ad imitazione del mogano, colonnine dipinte in nero, a finto ebano. Pomelli in bronzo dorato. Sopra la scrivania è esposto il sigillo del vescovo Francesco Maria Zoppi

Sigillo del vescovo Francesco Maria Zoppi

Matrice del sigillo del vescovo Francesco Maria Zoppi e sua impronta su ceralacca. Il documento è un’autentica di reliquia datata 20 marzo 1824 relativa a frammenti della veste di san Francesco di Sales e del velo di santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal. Il sigillo a forma di scudo, visibile anche nella intestazione dell’autentica di reliquia, è quello del casato Zoppi sormontato dal cappello vescovile con cordoni e nappe. La sua descrizione, resa con i termini propri della sfragistica (la disciplina storica che studia i sigilli) è: «di rosso, alla gamba di carnagione, con il capo d’oro, carico di un’aquila coronata, di nero».

Sezione Gli amici e le personalità

Le note manoscritte di possesso, le annotazioni, gli appunti, gli ex libris sono tracce fondamentali che permettono di ricostruire, ancor oggi, i legami umani, le relazioni sociali, i contatti del proprietario di una biblioteca o di un singolo volume.

Nel caso di Francesco Maria Zoppi sono numerosissimi i segni sui libri, a partire dalla firma apposta su quasi tutti i volumi del fondo, che svelano e confermano i numerosi rapporti con personalità della sua epoca; si tratta di famiglie ed illustri esponenti della nobiltà milanese e toscana, figure eminenti della Chiesa lombarda, scrittori, intellettuali.

  • La dedica di un amico di studi, Ignazio Bianchi, sul vocabolario di latino-italiano, che si rivolge all’amico intimo Zoppi scrivendo “O caro Zoppi ricordati del tuo intimo amico Ignazio Bianchi nell’anno 1797”
  • La dedica di Domenico Nardini, 17561842, poeta e scrittore locale, autore del volume esposto, che scrive “A Francesco Maria Zoppi primo vescovo di Massa Ducale Omaggio dell’Autore”
  • L’ex dono di Filippo Maria Visconti, arcivescovo di Milano, che nel 1790 nominò Francesco Maria Zoppi vicario e provisitatore delle tre valli Ambrosiane, si trova su un testo significativo dedicato alla vita e alle opere di San Carlo Borromeo.
  • Un biglietto indirizzato al Prefetto di Massa, Giovanni Belli. Sono moltissimi i reperti trovati tra le pagine dei libri antichi, della più eterogenea forma, dalla cartolina alla foto, ai santini agli appunti, spesso rivelatori anch’essi di legami e indicazioni biografiche.
  • Il biglietto da visita del conte Paolo Guerra, che insieme alla nota di dono del conte Pietro Guerra presente su un altro volume della biblioteca, testimonia i legami con un’eminente famiglia nobiliare di Massa.

Sezione Le istituzioni

I legami di Mons. Zoppi con la città di Milano e con le istituzioni ecclesiastiche e culturali lombarde emergono diffusamente dalla sua Biblioteca. Decine i volumi stampati a Milano nella tipografia arcivescovile, nella Stamperia della Biblioteca Ambrosiana o da altri tipografi quali Pietro Antonio Frigerio. Molte le opere di rilevanti figure lombarde, come San Carlo Borromeo e i cardinali Federico Borromeo, Cesare Monti, Alfonso Litta e Giuseppe Pozzobonelli.
Molte le opere provenienti da conventi, seminari e celeberrime biblioteche.

Nella vetrina sono esposti gli esemplari provenienti da:

  • Congregazione degli Oblati di Sant’Ambrogio, istituita nel 1578 da San Carlo Borromeo. Riuniva sacerdoti secolari alle dirette dipendenze del vescovo e a sua disposizione per il servizio della diocesi. Detti anche del Santo Sepolcro, come riporta il timbro Oblatorum S. Sepulcri, dal nome della chiesa fondata a Milano nel 1030, che nel 1578 fu eletta da Carlo Borromeo sede principale della Congregazione degli Oblati ed alla quale, nel 1605, grazie a Federico Borromeo, fu affiancata la Biblioteca Ambrosiana. Lo stesso Zoppi ne faceva parte;
  • Biblioteca del Collegio Braidense, nata come raccolta dei padri della Compagnia di Gesù da destinare agli studi dei gesuiti e degli allievi del prestigioso Collegio Braidense.
    In seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù nel 1773, lo Stato di Milano prese l’intero palazzo di Brera con la sua biblioteca, che con il fondo Carlo Pertusati, zio del Francesco Pertusati amico di mons. Zoppi, costituisce il nucleo originale dell’attuale Biblioteca Braidense;
  • Biblioteca del Convento di S. Maria delle Grazie, celebre oggi per il Cenacolo di Leonardo, da cui provengono i quattro splendidi volumi con preziose legature tedesche del ‘500, impresse a secco con scene bibliche ed allegoriche, appartenuti a Feliciano Ninguarda da Morbegno (15241595), domenicano, teologo al Concilio di Trento e Vescovo di Como nel 1588.

Nel fondo Zoppi sono presenti inoltre volumi provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana, Convento di Sant’Angelo in Milano, Biblioteca dei chierici di Sant’Antonio di Milano, dal Convento dei Cappuccini di Rho, dal Convento dei Santi Cosma e Damiano di Turbigo, dal Convento di San Barnaba di Milano, dal Convento di San Bartolomeo di Piacenza, dal Convento di San Simpliciano di Milano, dal Seminario minore di Santa Maria di Pollegio, dal Collegio di San Maiolo di Pavia, dove i Chierici regolari di San Maiolo detti anche Padri Somaschi, noti per cura gli orfani e alle prostitute, il cui nome rimanda alla località, Somasca, nella quale si erano insediati grazie a  S. Carlo Borromeo nel 1566.

Sezione Gli Studi, gli interessi

La biblioteca personale non può che rivelare gli interessi e le passioni di chi la raccoglie con cura e attenzione nel corso della propria vita, in particolar modo in un momento storico in cui i libri hanno anche un significativo valore economico. La vivacità intellettuale del vescovo Zoppi viene ulteriormente confermata dalla multidisciplinarietà della sua raccolta di volumi su argomenti non propriamente teologici quali le lingue, sia nei loro aspetti letterari, che filologici che paleografici, la letteratura, la storia antica e contemporanea, la storia dell’arte e l’archeologia, le opere biografiche, mitologiche e la storia naturale.

Nella vetrina sono esposti:

[aperti]

  • L’epigrafia o sia l’arte di comporre le iscrizioni latine. Ridotta a regole, e proposta alla gioventu dall’abate Gaetano Buganza mantovano …, In Mantova per l’erede di Alberto Pazzoni, regio-ducale stampatore 1779
  • Domenico Balestrieri, La Gerusalemme liberata travestita in lingua milanese a sua Ec.za Carlo conte, e signore de Firmian, in Milano, appresso Gio. Batista Bianchi Regio Stampatore,1772
  • Rime toscane, e milanesi dedicate a sua eccellenza il sig. Marchese Anton-Luigi Recalcati … In Milano : nell’imperial monastero di S. Ambrogio Maggiore per Antonio Agnelli, 1779

 

[chiusi]

  • Bendetto Buonmattei, Della lingua toscana di Benedetto Buommattei pubblico lettore d’essa nello studio pisano, e fiorentino. Libri due, Quinta edizione, In Firenze, ed in Verona, per Pierantonio Berno librajo nella Via de’Leoni, 1720
  • Lexicon Hebraicum ab Antonio Zanolino j.u.d. in Seminario Patavino linguarum orientalium præceptore contextum … Novissima gramatica della lingua tedesca ad uso degli italiani compilata da Bartolommeo Borroni, In Milano, appresso Giuseppe Galeazzi regio stampatore, 1788
  • Guicciardini, Francesco, La historia d’Italia di m. Francesco Guicciardini gentil’huomo fiorentino, diuisa in venti libri. Riscontrata con tutti gli altri historici, … per Thomaso Porcacchi … Aggiuntaui la vita dell’autore, e tauole copiosissime, In Venetia, appresso Euangelista Baba, 1640
  • Bernard de Montfaucon, Diarium italicum sive Monumentorum veterum bibliothecarum musaeorum &c. Notitiae singulares in itinerario Italico collectae. Additis schematibus ac figuris. A r.p. d. Bernardo de Montfaucon, Parisiis, apud Ioannem Anisson Typographiæ Regiæ præfectum, 1702
  • Barruel, Augustin Memoires pour servir a l’histoire du jacobinisme. Par m. l’abbe Barruel. Tome premier [-cinquieme]. 1 A Hambourg, chez P. Fauche, 1798

Sezione L'impegno sociale

Dell’imponente sezione del fondo di carattere religioso ci piace mettere in rilievo i volumi legati alle importanti figure che ben rappresentano l’attività pastorale e l’impegno nelle opere assistenziale di Francesco Maria Zoppi quali San Carlo Borromeo, San Francesco di Sales e San Vincenzo de’ Paoli.
Mons. Zoppi fu pienamente coinvolto nel movimento di spiritualità milanese dei primi decenni dell’Ottocento che era rivolto ad organizzare l’assistenza sociale e le opere di carità nei confronti di poveri e malati. Il Vescovo, infatti, dispose ancora in vita la donazione di numerosi beni a favore di pie istituzioni e indicò come suo erede universale l’istituto delle Figlie della Carità.
Fecero parte di questo movimento moltissimi dei suoi amici, collaboratori e conoscenti che hanno lasciato una traccia nella biblioteca vescovile. Fra questi anche Alessandro Manzoni, che monsignor Zoppi ebbe modo di frequentare anche in questo palazzo. Nelle sue Osservazioni sulla morale cattolica, Manzoni cita proprio San Carlo Borromeo “che si spogliava per vestire i poveri e che, vivendo tra gli appestati per dar loro ogni sorta di soccorso”, non si curava dei rischi che correva.

 Nella vetrina sono esposti:

  • Duguet, Jacques Joseph, Dei caratteri della carità esposti e spiegati secondo la mente di S. Paolo appostolo [!] delle genti e dottore della Chiesa, Venezia, 1783.
    Il fervido Ottocento lombardo vide aprirsi un dibattito tra carità cristiana e filantropia della cultura illuministica. Per Voltaire la fraternità si sostituiva all’idea di Dio, laicizzandosi. Gli spirituali del XIX secolo contrappongono ad essa la carità cristiana, il cui principio ispiratore è Dio. Questo esposto e molti altri testi sul tema rappresentano il supporto teorico e teologico per la comunità di intellettuali spirituali a cui mons. Zoppi apparteneva.
  • Muratori Lodovico Antonio, Della carità cristiana : in quanto essa è amore del prossimo, trattato morale, Modena, Bassano, 1768.
    Celeberrimo sacerdote, diplomatista, bibliotecario e storico, considerato il padre della storiografia italiana, Antonio Ludovico Muratori fu Dottore presso la Biblioteca Ambrosiana e diresse la biblioteca modenese del duca Rinaldo I d’Este. Sono presenti molti volumi dell’autore nella Biblioteca di mons. Zoppi tra cui la Dissertazioni sopra le antichità italiane, gli Annali d’Italia dal principio dell’era volgare sino all’anno 1750 e Delle riflessioni sopra il buon gusto nelle scienze e nell’arti pubblicate con lo pseudonimo di Lamindo Pritanio
  • Giussano Giovanni Pietro, De vita et rebus gestis sancti Caroli Borromei S.R.E. cardinalis archiepiscopi Mediolani, Typographia Bibliothecæ Ambrosianæ, apud Joseph Marellum, 1751.
    Il celebre Santo, arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo, fu un modello e un esempio per mons. Zoppi e per la comunità di spirituali di cui faceva parte. Organizzò il servizio sanitario, fondò e rinnovò gli ospedali, dedicò grande parte della sua esistenza alla carità cristiana e all’impegno sociale. Oltre a due biografie sono presenti nella Biblioteca del Vescovo raccolte di omelie e avvertimenti per i confessori.
  • Compendio della storia di S. Vincenzo de Paoli, fondatore della congregazione della missione e delle figlie della carità dette serve de’ poveri, Genova: dalle stampe di Paolo Scionico sulla piazza delle Scuole pie, 1774.
    Come Francesco de Sales, suo contemporaneo, Vincenzo de Paoli fu un “gigante della carità” che fondò associazioni laicali per assistere i poveri, nonché la celebre Congregazione delle Figlie della Carità, il cui scopo era dedicarsi alla cura degli orfani, all’assistenza agli infermi negli ospedali e agli anziani nelle case di riposo, alla cura dei disabili, anche mentali, al servizio di donne e bambini in difficoltà, riuscendo a coinvolgere anche il mondo dell’alta e media aristocrazia e la necessità di un impegno nella carità a tempo pieno.
  • La vera e soda pieta spiegata da S. Francesco di Sales, Milano : si vendano da Carlo Antonio Lucca, 1736.
    Grande rilievo ha la figura di Francesco de Sales nell’applicazione della carità anche da parte del mondo laico. Per il Santo la devozione verso i più bisognosi, l’impegno nell’assistenza, la Santità stessa, non sono appannaggio di anime privilegiate, ma una possibilità per tutti, nel servizio di amore al prossimo, nella raccomandazione di “fare straordinariamente bene le cose ordinarie” e nell’esercizio delle “piccole virtù”