Sala 3
Francesco Maria Zoppi primo vescovo di Massa

Francesco Antonio Zoppi nasce a Cannobio, sul Lago Maggiore, il 6 giugno 1765.
Studia presso il Seminario di Milano e nel 1788 consegue un dottorato in teologia e diritto canonico nell’Università di Pavia.
Assume il nome di Francesco Maria, con cui è comunemente conosciuto, aderendo alla Congregazione degli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo, i cui membri, religiosi o laici, erano legati da un particolare voto di ubbidienza al Vescovo ambrosiano.
Nei primi due decenni dell’Ottocento Zoppi ricopre ruoli importanti nel sistema educativo cattolico e si dedica a opere assistenziali accrescendo così la propria popolarità nel Regno Lombardo Veneto e tra i membri della casa d’Asburgo d’Este. È proprio la duchessa di Massa Maria Beatrice d’Este, che lo aveva conosciuto a Milano, a proporre la sua candidatura a vescovo della neonata Diocesi massese.

Francesco Maria riceve la proclamazione episcopale il 17 novembre 1823 e fa il suo ingresso solenne in città a circa tre mesi di distanza.
Come prima opera pastorale consacra la città e la Diocesi a San Francesco d’Assisi.
Nei tre anni successivi si dedica alle visite pastorali che hanno come esito la riorganizzazione del territorio e varie iniziative per l’educazione del clero. Il legame con Maria Beatrice continua ad essere saldo ed è con il suo sostegno che Zoppi istituisce i due seminari di Castelnuovo e di Massa ponendo le basi per l’erezione di un terzo a Pontebosio.
Come a Milano, anche a Massa, si distingue per il suo attivismo nell’ambito delle opere assistenziali. Continua ad essere vicino all’ambiente del liberismo cattolico milanese e, nel 1827, riceve la visita di Alessandro Manzoni. A ricordo di questa visita si conserva, nella scala di accesso al salone, un ritratto del romanziere realizzato nel 1939 dallo scultore massese Riccardo Rossi.
Nonostante il suo forte legame con la città, nel 1830 chiede di dimettersi, cosa che avverrà solo nel 1832. Il motivo della sua rinuncia non è chiaro ma gli studiosi sono inclini a pensare che le sue idee progressiste si scontrassero con i metodi repressivi e illiberali delle autorità governative Austro- Estensi.

Zoppi si ritira nella sua città natale dove muore l’8 aprile 1841, ma il suo testamento lo legherà per sempre alla città di Massa.

Materiali esposti

Portantina del vescovo Zoppi

18201824, legno con rivestimenti in cuoio e damasco rosso e decorazioni in legno intagliato e dorato
La portantina qui esposta fu donata al primo Vescovo di Massa da Maria Beatrice d’Este , come si ricava da una lettera di ringraziamento conservata nell’Archivio Storico Diocesano. Non si trattava di un oggetto di rappresentanza ma di un mezzo indispensabile per percorrere le strade impervie del territorio Diocesano, molte delle quali non erano carrozzabili. La stessa Via Vandelli, grande opera ingegneristica voluta alla metà del Settecento dal governo estense per collegare al mare i territori modenesi al di là degli appennini, non era percorribile interamente da mezzi su ruote. Nei punti di maggior pendenza, le carrozze venivano sostituite da lettighe o portantine simili a questa, sorrette da due muli, uno davanti e uno didietro, in grado di affrontare i percorsi più scoscesi. Il vescovo Zoppi fece richiesta di un ambiente da destinare al ricovero dei cavalli e delle carrozze, nel contesto dei lavori di ristrutturazione e adeguamento di questo palazzo alla nuova funzione di Episcopio. Poiché gli spazi all’interno dell’edificio non lo consentivano, Maria Beatrice concesse al Vescovo l’uso delle scuderie ducali.

Testamento del vescovo Francesco Maria Zoppi

18 gennaio 1839, Cannobio, (copia ms. coeva)
Il Vescovo dispone che alla sua morte, si provveda a trasportare il suo cuore a Massa e a collocarlo nella Cattedrale dei Santi Pietro e Francesco. Al suo arrivo il cuore venne murato in un pilastro del presbiterio, ma fu poi spostato e oggi la lapide commemorativa si trova nell’oratorio delle stimmate annesso alla Cattedrale. Alle righe 15-20 si legge: «Voglio, e ordino, che il mio erede quando ne possa ottenere i necessari permessi, fatto estrarre dal mio cadavere, e riposto in una cassa di piombo, ed in una sopracassa di larice il cuore, lo spedisca al più presto possibile a Massa ducale, affinché sia sepolto nel suolo di quella cattedrale in cassa di pietra nel luogo, che verrà destinato da quel Vescovo, sopraponendovi una semplice lapide coll’iscrizione seguente: pregate per l’anima del primo vostro Vescovo del quale qui giace il cuore …»

Progetto per monumento funebre al vescovo Zoppi

1841, Massa
Il disegno raffigura la città di Massa, personificata in una figura femminile seduta sugli attributi erculei (clava e pelle leonina), che piange la perdita di monsignor Francesco Maria Zoppi, rappresentato dalle insegne vescovili, dal suo stemma e dalla teca che ne conserva il cuore. La proposta per un monumento al vescovo Francesco Maria Zoppi, venne presentata in data 22 maggio 1841 al vescovo Francesco Strani da sedici tra nobili e maggiorenti di Massa. Essa venne declinata – come si evince dalla nota acclusa al documento - perché era stato “antecedentemente approvato un altro [monumento] da collocarsi nello stesso luogo”.